• Di MASSIMILIANO GUERRINI  –

    “Non fate uscire il cucciolo sino all’ultimo vaccino”. Una non cultura che appartiene al passato. Già successivamente al primo il cane dovrebbe iniziare ad accumulare esperienze di vario tipo e natura:

    a) con ambienti differenti, rumori, odori, sensazioni e oggetti,
    b) con i suoi simili,
    c) con esseri umani: bambini, adulti, anziani, persone di colore e portatori di handicap.

    Cerchiamo di non tenerlo in braccio, a meno di non dover salire o scendere le scale, ad esempio. Motiviamolo con gioia a scoprire il mondo con noi: siamo la sua guida. Cerchiamo di essere autorevoli, non autoritari. Impariamo a non soffocare i suoi istinti: è un cane, non un bambino peloso. Conduciamolo inizialmente in zone “pulite”, evitando le aree cani, non permettiamogli di leccare urine e ingoiare feci; al contrario, stimoliamolo a incontri con esseri umani ben predisposti, con cani vaccinati – idealmente della sua medesima taglia -, oppure con esemplari mansueti, non irruenti e dalla scarsa aggressività intraspecifica. Presentiamogli ambienti urbani, certamente, ma anche extraurbani: l’erba, la sabbia, il fango, il lago, il mare, i torrenti. E ancora il vento, la pioggia, i temporali e, molto importante, abituiamolo gradualmente alla nostra assenza, senza mai farci comandare dallo stress, ma dal buonsenso. Nell’esposizione ai rumori, guidiamolo in percorsi tarati sulla sua sensibilità, riducendo progressivamente la distanza dalla loro fonte: ogni cane è diverso, anche all’interno della stessa razza. Tuttavia, non scordiamolo, rimarrà comunque un animale prevalentemente istintivo; per comprenderlo, la ragione e la logica non ci serviranno a molto. Facciamoci seguire da una persona esperta, che non è per definizione né nostro cugino, né il proprietario di cani di lungo corso, bensì un professionista con molte ore-cane all’attivo sul campo e una salda preparazione teorica. Convertiamo le esitazioni del nostro cane in opportunità di sentirsi fiero di se stesso, laddove inizialmente potrebbe prevalere l’incertezza. Un cucciolo deve essere nutrito dalla nostra sicurezza, non da rabbia, timori o dalle nostre tensioni. Non dobbiamo peraltro scordare che ogni richiamo di vaccino ha una durata ben precisa! Preferiamo perdere le opportunità forniteci dalla naturale ricettività canina propria del periodo sensibile, che termina orientativamente ai 4/6 mesi? Rischieremmo concretamente di dovere convivere con un cane problematico: pauroso, indocile, aggressivo, ecc. Un amico così fedele non lo merita affatto. Nulla è privo di rischi, ma pesano enormemente di più questi ultimi rispetto a quelli di contrarre malattie importanti.

    Il nostro Veterinario, se disponibile e aggiornato, ci spiegherà i medesimi concetti con trasparenza, cortesia e semplicità; un valido educatore ci dimostrerà come introdurre il cane alla società umana sotto un profilo pratico.